La monogamia stilistica di Hiro

Succede che a volte un artista si fissi. E non è mai chiaro il come, il dove, il quando: ogni Botticelli ha la sua Simonetta. Ne parlava tra gli altri anche Manara (altro “fissato”) nel suadente volume Il pittore e la modella: quanto intriganti, labirintiche ed ossessive possano diventare alcune precise fattezze femminili, solo la... Continue Reading →

Bashō non è mai solo

“Annidatevi/nella dimora in cui secca la paglia/ o amici passeri”. È così che l’ amico medico Jinjun accoglie lo strano stormo di vagabondi che popolano le avventure di Matsuo Bashō. E non occorre dilungarsi molto, credo, nel presentare ai lettori questo rinomato compositore di Haiku dell’epoca Edo, emblema del poeta errabondo e solitario, custode della... Continue Reading →

La presa del dito Wuxi

Che episodi marginali della cultura nostrana e forestiera costituiscano non solo di per se stessi un prezioso contributo al genere umano ma possano generare o alimentare un particolare interesse verso ambiti del pensiero difficili da esplorare o per lo meno poco battuti, credo lo abbia già egregiamente dimostrato anni or sono il breve saggio di... Continue Reading →

Il cavallo e il bambino appunti su Charlie Mackesy

Il tentativo, quasi sempre fallace, di istituire un complesso organico e potenzialmente interessante di considerazioni e pseudo-intuizioni artistiche relative all’operato di un artista del tutto sconosciuto alla critica e ai più, costituisce il vertice di un autoerotismo culturale consolidato e perpetrato ai danni di chi, per fortuna pochi, continua a leggere i miei articoletti. Ora,... Continue Reading →

Chi ha vestito Winnie Pooh

Scrivere a ventisette anni un articolo su un orsetto chiamato Gianni Cacchetta è forse il giusto contrappasso per non averlo visto né udito nei tempi prestabiliti (circa ventitre anni fa). Eppure, nonostante i film e i cartoni al cinema, gli innumerevoli libri e i pupazzi, nessuno, e intendo proprio nessuno, in Italia ha finora scritto... Continue Reading →

L’Occhio di Bruce Chatwin

Se Banksy avesse distrutto la sua carissima opera (quella da 860.000 sterline) una sessantina di anni fa, nella bella sala audizioni di Sotheby’s qualcuno avrebbe riso, e quel qualcuno sarebbe stato Bruce Chatwin. Sì, perché il vagabondo-narratore più famoso del ‘900, lo scrittore dei best sellers In Patagonia e Le Vie dei Canti, prima di... Continue Reading →

Vita da copertina: appunti su Karl James Mountford

Alla anonima e popolare espressione “Non si giudica mai un libro dalla copertina”, che sa ancora mantenere una vasta e petulante egemonia psicologica nei lettori, preferisco ampiamente la fucilata categorica di Guido Vitiello: “Giudicare un libro dalla copertina si può e si deve”. Lo dico per affinità prospettica certo, ma anche per quella malsana esperienza... Continue Reading →

“Una corona per il Re”

È incredibile come il passato ci riservi sempre gli spoiler migliori. Ancora più incredibile quando questi riguardano Game of Thrones. Perché se una cosa è certa, come ci ricorda ad ogni cena Edoardo Rialti, è che i generi possono anche confondersi ed evolversi, ma lo spirito, persino i contenuti più o meno decisivi di un racconto,... Continue Reading →

Pimp my snail

È difficile intraprendere una strategia discorsiva tale per cui si riesca a far comprendere a chi legge, la grandiosità di un qualcosa che è e rimane effettivamente e indiscutibilmente piccolo. Voglio dire che a volte la necessità di parlare o scrivere, dovrebbe esigere l’argomentarsi di una tematica che controbilanci la fatica muscolare dello pterigoideo così... Continue Reading →

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